SENATO ACCADEMICO DEL 14.2.2000
31) Distribuzione risorse per valutazioni comparative.
Delibera n. 99 - 1999-2000
Il
Rettore ricorda che il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione,
rispettivamente nelle sedute del 5.3.1999 e 12.3.1999, hanno approvato i
criteri per la distribuzione delle risorse spendibili dall’Ateneo il cui
ammontare era stato definito conformemente alle norme di responsabilità
contabili circa l’effettiva copertura degli impegni finanziari da assumere.
L’ammontare
limitato delle risorse rispetto alla maggior parte delle altre Università era
la conseguenza, principalmente, del ritardo degli inquadramenti ex-legge per il
personale tecnico-amministrativo maturato al 31.12.1993 che ha, quindi,
inevitabilmente comportato l’imposizione a carico del bilancio dell’Università
di un onere considerevole che invece altri Atenei avevano avuto finanziato
direttamente dal Ministero e quindi consolidato nel Fondo di Finanziamento
Ordinario (F.F.O.). A ciò si aggiunga che, in conseguenza dell’interpretazione
restrittiva del Ministero del Tesoro sulla riconoscibilità agli Atenei degli
automatismi stipendiali, l’Università di Catania, il cui personale docente
nelle diverse fasce presenta un’età media superiore alla media nazionale, ha
subito un ulteriore svantaggio comparativo rispetto
alle altre Università.
In relazione ai vincoli di bilancio, prima richiamati, il
Rettore fa rilevare che, successivamente, grazie ai risultati positivi
conseguiti dall’Ateneo sulla “quota di riequilibrio” 1999 (pari a circa lire
1.437 milioni), anche in conseguenza della fermezza manifestata nei rapporti
con il Ministero ed a seguito dell’accettazione da parte di quest’ultimo
dell’esplicita considerazione del criterio di riequilibrio Nord-Sud (lire 2.250
milioni), sostenuto anche con le proprie dimissioni, sono disponibili per
l’Università di Catania risorse aggiuntive complessivamente quantificabili in
circa lire 3.700 milioni, alle quali vanno aggiunte le risorse pervenute dal
Ministero in ragione della differenza sugli aumenti stipendiali dei docenti
(circa lire 240 milioni), nonché lire 550 milioni circa provenienti dal
riequilibrio interno, assommando il tutto a circa lire 4.600 milioni.
Nel contempo, le recenti innovazioni legislative (legge
370/99), ridefinendo le modalità di calcolo del “tetto” delle spese fisse
rispetto al F.F.O., consentono di poter utilizzare le risorse derivanti dalle
cessazioni impreviste, definite dagli Uffici, pari a lire 2.408 milioni.
Sempre
in considerazione del mutato quadro normativo, sarebbe possibile utilizzare le
risorse, consolidate nel budget di ciascuna struttura decentrata per supplenze
(lire 2.000 milioni), rimanendo alla loro valutazione l’opportunità di
avvalersi o meno ed in che misura di questa
possibilità.
Le
nuove risorse disponibili da ripartire vengono
sinteticamente riportate nell’allegata tabella A.
Venendo
alla definizione dei criteri di ripartizione delle risorse prima definiti,
anche in considerazione dei risultati conseguiti nel primo anno di applicazione della nuova normativa, i principi generali
ai quali si ritiene di doversi ispirare per la ripartizione delle nuove risorse
disponibili, in linea con le decisioni precedentemente assunte, sono:
I) il soddisfacimento
della domanda didattica in coerenza con le specificità delle diverse Facoltà,
così come riconosciute a livello nazionale, tenendo conto della pluralità dell’offerta formativa;
II) l’applicazione di un principio di
solidarietà tra le Facoltà che possano ottenere risorse consolidate in ragione
di convenzioni con Enti esterni;
III) l’applicazione di
un principio di gradualità nel perseguimento del riequilibrio;
IV) il riconoscimento
della qualità didattica e scientifica dei Docenti dell’Ateneo, così come
testimoniato dai risultati concorsuali. A tal proposito il Rettore informa il Senato dei successi
conseguiti dai Docenti dell’Università di Catania
nelle selezioni per merito comparativo tenute presso gli altri Atenei.
Questa novità comporta di destinare
risorse specificatamente alla chiamata di tali Docenti per premiarne il merito
e per assicurarsi di non depauperare il proprio corpo docente. Questo obiettivo
va perseguito nell’ambito della programmazione didattica di ogni
struttura decentrata, anche in relazione a successivi risultati e tenendo conto
della compatibilità con il quadro finanziario esistente.
Il
Rettore, pertanto, invita il Senato ad esprimere in merito a quanto esposto le
proprie determinazioni.
Sull’argomento
si apre il dibattito.
Interviene
il Prof. M. Lattuada il quale ricorda che il criterio
predominante utilizzato per la ripartizione delle spendibilità nella seduta del
Senato del 5.3.1999 si basava sullo scostamento del rapporto studenti/docenti
rispetto al dato nazionale. Ritiene che questo criterio non possa essere
abbandonato anche se occorre che venga mediato con
altri eventuali criteri.
Il
Rettore precisa, a tal proposito, che i dati sono stati aggiornati, in seguito
all’attivazione dei nuovi Corsi di Laurea, sulla base dei dati MURST dell’anno
accademico 1998-99. Il criterio adottato lo stesso anno è stato utilizzato in
prossimità della scadenza per la presentazione dei bandi, anche se
personalmente sarebbe stato disposto a rinunciare alla prima tornata dei bandi,
in coerenza con la posizione dell’Università di Messina, per avere la
possibilità di valutare in modo più approfondito i criteri più opportuni da
adottare.
Il
Preside Prof. V. Sciacca comunica che il Consiglio della Facoltà di Scienze
Politiche ha contestato i criteri utilizzati nella distribuzione delle risorse
deliberati da questo Senato nella seduta del 5.3.1999 perché non ritenuti
adatti al raggiungimento degli obiettivi che si intendeva
perseguire con la loro adozione. Riferisce inoltre che
Interviene
il Preside Prof. F. Latteri il quale riferisce che: “il
documento sottoposto all’approvazione del Senato Accademico per la ripartizione
del F.F.O. per l’anno 2000, si caratterizza per una sostanziale riproduzione
degli schemi di ragionamento e dei criteri già inseriti nella delibera del 5
marzo 1999.
Se quella delibera poteva ancora trovare
una presunta giustificazione nella novità del sistema, dopo un anno di
sperimentazione e l’espletamento di due tornate concorsuali, non si può fare a
meno di prendere atto della insufficienza del metodo
proposto o dei rischi di “squilibrio”, invece che di riequilibrio, ai quali
espone l’intero sistema universitario catanese e, soprattutto, le Facoltà che
più si impegnano in uno sforzo di riqualificazione della didattica e della
ricerca applicata.
I criteri adottati appaiono riduttivi ed
insufficienti. Con la conseguenza che l’esperienza delle prime tornate
concorsuali ha dimostrato che non si è potuto registrare alcun ampliamento del
Corpo Docente, neppure nelle Facoltà che hanno avuto la possibilità di bandire
concorsi per disponibilità di risorse, in quanto, come era
prevedibile, e come dovrebbe essere chiaro a chiunque voglia dare una lettura
non esclusivamente formalistica della normativa, sulla base del vigente sistema
concorsuale.
Non sembra esserci alcun dubbio sul fatto
che la vigente legislazione ha introdotto, in via esplicita, meccanismi di
selezione fondati, più di quanto non sia stato nel recente passato, non solo
sulla cooptazione della comunità scientifica nazionale, ma anche e
significativamente sulla cooptazione della comunità accademica locale.
Coerentemente, l’esito concorsuale delle procedure espletate ha dato l’esito previsto:
nella stragrande maggioranza dei casi, forse in tutti i casi, sono risultati
vincitori delle procedure comparative eccellenti studiosi
già componenti del Corpo Docente di ciascuna Facoltà proponente il concorso.
Il risultato si può dunque sintetizzare
in una verifica della qualità degli studiosi di
Facoltà e in un accertamento dei risultati conseguiti sul piano della ricerca.
Non si può dire, invece, che sia stato possibile ampliare il numero dei
Docenti.
D’altra parte, che nella riforma
realizzata dalla l. 210/98 coesistesse, con
l’obiettivo della definizione del regime stabile di reclutamento, un obiettivo
transitorio di agevolazione ed accelerazione delle procedure di valutazione
della maturità scientifica di Docenti che da numerosi anni non potevano
sottoporsi a verifica a causa del cattivo funzionamento delle tornate
concorsuali risulta in maniera esplicita ed evidente dalla disciplina
transitoria che consente la formazione di terne di idonei nelle prime tornate
di procedure comparative. Il senso di tale norma altro non può essere se non
quello di dare un chiaro segnale agli Organi Accademici nel senso di agevolare,
nella prima fase, le procedure rivolte alla verifica della qualità conseguita
negli ultimi anni. (Su questo argomento, peraltro, è
auspicabile che si proceda, una volta per tutte, alla definizione di un chiaro
sistema di sviluppo delle carriere, fondato sull’unicità della funzione docente
e sulla previsione di una progressione per accertamenti periodici).
Rispetto a tale quadro normativo ed al
senso chiaro dell’indirizzo politico universitario espresso della legislazione,
l’Università di Catania ha dovuto subire un processo di decelerazione delle
procedure di accertamento della qualità dei propri
studiosi in conseguenza di una lettura formalistica e restrittiva della
legislazione finanziaria.
Con l’esasperata preoccupazione di
raggiungere presunti obiettivi di merito nel contenimento della spesa per
retribuzioni sotto il tetto previsto dalla normativa finanziaria emanata nel
1998, si è limitato oltre ogni ragionevole misura il numero dei posti
bandibili.
L’esito finale dell’operazione può così
essere riassunto:
a) l’Università di Catania,
autolimitandosi sulla base di una interpretazione
della norma finanziaria priva di ogni capacità di articolazione degli altri
strumenti istituzionali di finanziamento, ha perso incidenza sul piano
accademico nazionale, subendo una ingiustificata riduzione delle possibilità di
accertamento delle qualità dei propri studiosi e quindi una riduzione del peso relativo
delle proprie “scuole” in ambito nazionale;
b) l’Università di Catania, dando una lettura limitativa dei possibili criteri di
impegno delle risorse per il finanziamento delle procedure comparative, ha
vanificato la norma sul regime transitorio, almeno per il suo primo anno di
applicazione, impedendo a molti studiosi di conseguire i riconoscimenti ai
quali hanno diritto;
c) l’Università di Catania, dopo il primo
anno di sperimentazione della nuova disciplina concorsuale e del nuovo regime
finanziario, si ritrova con un rapporto docenti/studenti
sostanzialmente immutato, avendo quindi vanificato il criterio conclamato con
la delibera del 5 marzo 1999 e correndo ancora una volta il serio rischio di
presentarsi perdente sul piano della ripartizione nazionale delle risorse;
d) l’Università di Catania, grazie al
contingentamento delle risorse fra le Facoltà ed alla mancanza di un fondo di Ateneo si trova, in alcuni casi, a dovere ritardare o a
dover rinunciare alla chiamata di valorosi Colleghi che hanno conseguito
risultati positivi in valutazioni comparative presso altri Atenei, correndo, in
tal modo, il rischio di perdere docenza anche sul piano numerico;
e) l’Università di Catania, in
conseguenza della politica restrittiva, infine, ha acuito la tensione tra le aspettative di promozione e le aspettative di accesso ed ha
limitato se non escluso ogni possibilità di reclutamento di nuovi Docenti
(ordinari, associati, ricercatori), con grave sacrificio di intere generazioni
di studiosi che sono ormai rivolte ad altre scelte professionali.
Rispetto a tali vistosi
limiti di gestione delle risorse e di capacità di conseguimento dell’obiettivo
strategico di potenziare
Un mondo universitario che non offre
neppure la possibilità teorica della competizione e del confronto, dello
stimolo alla promozione ed alla verifica, si espone al grave rischio della
sclerosi e della ripetitività, della concorrenza di altre
Sedi e di altre Istituzioni.
L’occasione della programmazione della
destinazione del F.F.O. 2000 non può essere sprecata riproponendo
soluzioni che hanno già ampiamente dimostrato di essere portatrici di dolorose
penalizzazioni per l’Ateneo. Non solo è necessario che il programma sia
suffragato da una chiara valutazione delle risorse disponibili, ma è essenziale
che si sviluppi una valutazione realistica del rapporto con il limite imposto dalla attuale normativa finanziaria, nonché dei margini di
autonomia consentiti sia dalla disponibilità di risorse finanziarie
alternative, sia dal legittimo uso dei poteri di autorganizzazione di ciascuna
Facoltà, sia dalla responsabilizzazione di ciascuna Facoltà rispetto all’uso ed
alla programmazione delle risorse essenziali per il futuro funzionamento.
E’ necessario esprimere il massimo di
managerialità e di capacità di utilizzazione di tutti
gli strumenti istituzionali che la normativa finanziaria universitaria rende
disponibili per garantire che questo ultimo anno di regime concorsuale
transitorio possa recuperare i danni della prima applicazione.
Nessuno può dimenticare, o fingere di
dimenticare dietro fumosi criteri finanziari, che la spesa per la qualità del
personale, in una istituzione di alta ricerca, è un
investimento strategico e non, come qualcuno sostiene, pura spesa corrente che
deve essere contenuta.
L’incremento della capacità di spesa per
la didattica e per la ricerca, a partire dalla spesa
per il sostegno della funzione docente, è il primo obiettivo strategico di una
Università, come dimostrano i risultati di quasi tutte le Università
italiane.”.
Il
Rettore ritiene che affermazioni estremamente
generiche, in contrasto con dati quantitativi più volte pubblicizzati e la
mancanza di puntuali proposte impediscono ulteriore approfondimento.
Il
Preside Prof. R. Pucci, ricordando in prima istanza le
difficoltà che le strutture sono costrette ad affrontare per le scarse risorse
economiche di cui dispongono e per la mancanza di parametri di riferimento
stabili, concorda con le affermazioni del Rettore e si associa a quanto già
esposto dai Colleghi. Ritiene che il criterio adottato lo scorso anno debba
essere opportunamente corretto. Condivide, inoltre, la posizione assunta dai
Colleghi in merito alla chiamata di idonei dei
concorsi presso altri Atenei appartenenti alla nostra Università. Suggerisce,
inoltre, che le Facoltà possano attingere, in parte
(15%), anche dal fondo di funzionamento, per poter arrotondare le cifre
necessarie per la chiamata di concorsi. Propone infine di pesare opportunamente
le risorse esterne che hanno ricevuto alcune Facoltà e di tenere conto del
numero degli insegnamenti attivati nelle Facoltà per l’applicazione del
criterio relativo all’offerta formativa.
Il
Prof. F. Sorrentino, dopo aver preso atto che gli esiti delle valutazioni
comparative, sia in campo nazionale che in campo
locale, nella quasi totalità dei casi, più che colmare le “carenze” hanno
privilegiato le giuste aspettative di sviluppo di carriera di tanti docenti,
ritiene che, nell’assegnazione dei fondi alle Facoltà per bandire nuovi ruoli,
oltre al criterio delle “carenze” si debba tener conto di altri criteri, quali
ad esempio la varietà e quantità di offerta didattica ed il numero di docenti
in attesa di sviluppo di carriera. Fa notare che l’unico modo per colmare le carenze è quello di bandire ruoli di Ricercatori.
Il
Prof. G.
Il
Prof. U. Cantone evidenzia alcune imperfezioni nei dati distribuiti che
provocano una situazione di svantaggio per
Il
Dott. C. Rinzivillo ribadisce le osservazioni già
fatte in occasione della distribuzione delle spendibilità durante la seduta del
5.3.1999 e ritiene opportuno inoltre che vengano garantite le progressioni di
carriera per tutte le fasce e per i tecnici laureati.
Il
Rettore afferma che il vincolo del 90%, quale “tetto” di spesa per personale,
imposto dalla scorsa “legge finanziaria”, non è stato l’ostacolo che ha
determinato una parziale distribuzione delle risorse, bensì le risorse non sono state distribuite per mancanza di
disponibilità finanziaria.
Il
Prof. S. Fisichella ritiene che la chiamata degli idonei non possa prescindere
da una programmazione e da una puntuale valutazione delle singole Facoltà.
Il
Prof. E. Giardina, il quale nella qualità di decano
della Facoltà di Economia sostituisce il Preside, Prof. B. Matarazzo,
impossibilitato a partecipare alla riunione del Senato, dichiara che, a seguito
delle riforme dell’Università disposte dagli inizi degli
anni ‘90, ed in particolare di quella riguardante i sistemi di finanziamento,
la domanda di formazione ha costituito e costituirà sempre più fattore
essenziale per le politiche degli Atenei. Questa è la ragione per la quale
l’anno scorso si è dato rilievo al rapporto studenti/docenti nella
programmazione delle risorse per i concorsi, e si è proceduto con criteri di
riequilibrio. Nell’occasione tra l’altro si è considerato un
orizzonte di tre anni per la determinazione delle economie stipendiali.
I vuoti nell’organico dei docenti non previsti a quella data è
opportuno che vengano ora considerati per i nuovi concorsi, riassegnando le
risorse alle Facoltà di appartenenza, perché il riequilibrio deve mantenere il
carattere di gradualità, e non va accelerato dagli eventi imprevisti. A suo
parere è inesatta l’affermazione che il risultato della programmazione
dell’anno scorso è stato quello della progressione in carriera dei docenti, e
non quello dell’allargamento dell’organico, perché il consuntivo va fatto alla
fine del periodo triennale, e non ora. E d’altra parte
la progressione in carriera è un obbiettivo da tutelare, se non si vuole
scoraggiare l’impegno dei giovani Ricercatori. Ricorda che comunque
l’anno scorso, all’atto delle richieste di bando da parte delle Facoltà, il
Senato ha svolto caso per caso una puntuale e accurata valutazione delle
carenze di organico esistenti che i nuovi concorsi miravano a colmare. Ricorda,
infine, a proposito dei concorsi di Ricercatore, che il Senato non ha stabilito
alcun divieto, ma ha solo espresso un indirizzo con riferimento alle politiche
nazionali che hanno privilegiato forme alternative di
reclutamento con finanziamenti appositi.
Il
Preside Prof. V. Zappalà condivide le esigenze che sono emerse nel corso del
dibattito, anche se ritiene che il problema fondamentale è la mancanza di
disponibilità di risorse per poterle realizzare. A questa difficoltà si
aggiunge l’impossibilità, allo stato attuale, di poter conoscere i criteri
adottati dal Ministro nell’attribuzione delle risorse. Esiste altresì
l’esigenza prioritaria di stabilire, con largo anticipo, un criterio generale
in base al quale le Facoltà possano ottenere risorse,
al fine di consentire loro una adeguata programmazione. Ritiene opportuno che vengano apportati i necessari correttivi al parametro
utilizzato lo scorso anno, per sanare gli effetti indesiderati che ha prodotto;
tuttavia non è possibile prescindere dall’adozione di un criterio generale
stabilito preventivamente alla ripartizione delle risorse.
Il
Rettore ricorda che il MURST ha ripartito le risorse
del riequilibrio sulla base degli studenti equivalenti pesati secondo modalità
diverse, nei vari anni.
Il
Preside Prof. G. Ronsisvalle condivide il criterio distributivo adottato lo scorso
anno ed è certo che la possibilità di assumere oggi decisioni sulla
distribuzione di nuove risorse è resa possibile anche grazie alla decisione
assunta nella seduta del 5.3.1999. Ritiene che sia opportuno trattare il
problema del reclutamento di nuovi Ricercatori tenendo anche conto delle aspettative dei tecnici-laureati. In merito alla chiamata
dei “ternati” idonei afferma che non si può prescindere dalla programmazione
delle singole Facoltà. Sottolinea l’esigenza
imprescindibile di creare le condizioni per una programmazione a medio-termine,
riservando a tale scopo una parte delle risorse distribuite.
Il
Preside Prof. A. Pioletti concorda con gli interventi precedenti dei
Colleghi che sostenevano l’esigenza della creazione di un equilibrio tra i criteri
da adottare per la distribuzione delle nuove risorse disponibili.
Il
Prof. G. Gennaro afferma che il criterio distributivo che tiene conto del
rapporto studenti/docenti deve essere necessariamente corretto in quanto attualmente non tiene conto dell’offerta didattica,
producendo forme di penalizzazione di quelle Facoltà che si discostano dagli
orientamenti adottati dal Senato.
Il
Preside Prof. R. Soraci ritiene che il criterio distributivo, adottato dal
Senato nella deliberazione del 5.3.1999, sia il più equilibrato, anche se è del
parere che possano essere apportati correttivi minimi che non lo alterino
sostanzialmente. Sostiene inoltre che ciascuna Facoltà, in base alla sua
libertà di programmazione, è chiamata a precisare le proprie necessità didattiche.
Il
Preside Prof. A. Recca sostiene che, oltre alle affermazioni di principio, sia
opportuno indicare una deliberazione ampiamente condivisa dai componenti il Senato Accademico. E’ d’accordo
sull’opportunità di trovare un equilibrio tra il criterio del rapporto
studenti/docenti, adottato lo scorso anno, e quello della considerazione dei
risparmi stipendiali e dell’offerta formativa di ogni
Facoltà. In merito all’intervento del Preside di Medicina, Prof. F. Latteri,
chiede espressamente al Direttore Amministrativo se sia
possibile utilizzare tutte le risorse stipendiali accumulatisi nel corso degli
anni al fine di bandire concorsi per nuovi posti.
Il
Direttore Amministrativo, Dott. E. Gilotta, riferisce che il Ministero esige
che venga garantita la copertura finanziaria certa e
vincolata affinché si possa procedere al bando di nuovi posti di ruolo. I
risparmi stipendiali che nei fatti oggi sono disponibili non consentono di
assicurare interamente la copertura finanziaria certa per nuovi posti, in quanto
dette risorse saranno in parte assorbite dalle ricostruzioni di carriera e
dagli aumenti stipendiali per i docenti in servizio.
Il
Dott. C. Rinzivillo propone al Senato di sollecitare le Facoltà a considerare
prioritariamente le esigenze dei tecnici-laureati quando
dovranno bandire nuovi posti per Ricercatori, anche per evitare ricorsi che,
come accaduto in altre sedi, possono ottenere l’inibizione per concorsi liberi
per Ricercatori.
Con riferimento alla possibile applicazione da parte delle Facoltà
della delibera che il Senato Accademico si appresta ad assumere, il Preside
Prof. A. Recca, su richiesta del Preside della
Facoltà di Agraria, Prof. G. Perrotta, illustra a titolo esemplificativo quanto
segue.
Il
meccanismo esemplificato dal Preside Prof. A. Recca, ritenuto chiarificatore
dal Senato, potrà costituire valido riferimento per ciascuna Facoltà
nell’adozione delle rispettive delibere.
Al
termine del dibattito, il Senato unanime delibera di:
- destinare 400 milioni delle nuove risorse disponibili, per la
copertura al 50% delle somme necessarie alla chiamata di docenti inserite nelle
terne di valutazione comparativa presso altri Atenei, rimanendo a carico delle
Facoltà interessate la rimanente quota del 50% da prelevare, in misura pari al
15%, eventualmente anche dal fondo di funzionamento, in una logica di
programmazione da parte delle Facoltà;
- di ripartire la restante disponibilità secondo i seguenti
criteri di ripartizione:
1. attribuire una quota di risorse, pari alla copertura finanziaria
di un posto di professore di I fascia (lire 150
milioni) a ciascuna delle 12 Facoltà;
2. ripartire la rimanente somma per il 70% sulla base del rapporto
studenti/docenti per Facoltà (dati MURST per il 1998-
Il
Senato, altresì, in funzione dei richiamati principi di solidarietà e
gradualità, ritiene di dover costituire apposito
fondo, sottraendo un ammontare pari al 30% delle risorse distribuite secondo il
criterio sub 2, sopra illustrato, a quelle Facoltà che possono contare su
risorse certe e consolidate in ragione di convenzioni con enti esterni o
potrebbero avere un notevole sviluppo rispetto ad una programmazione realistica
e precisamente le Facoltà di Ingegneria, Lingue e Letterature straniere, e
Scienze della Formazione. Detto fondo ammontante a circa 462 milioni, viene ripartito, tra le altre Facoltà, per il 70% in parti
uguali e per il 30% in ragione dell’offerta formativa (numero dei Corsi di
studio secondo il rapporto studenti/docenti).
In ragione dei predetti criteri di
ripartizione delle risorse aggiuntive, le somme attribuite alle singole Facoltà
vengono riportate nell’ allegata tabella B.
Ciascuna
struttura potrà, altresì, disporre per quest’anno delle somme derivanti dalle
cessazioni non previste nella programmazione triennale del marzo
Le motivazioni di richiesta dei posti
saranno opportunamente vagliate dal Senato Accademico.
Il
Senato, inoltre, conferisce apposito mandato al
Rettore perché verifichi con l’Ufficio competente la possibilità di costituire
un apposito fondo di rotazione cui le Facoltà possano attingere per far fronte
a specifiche esigenze di carattere eccezionale.
Il
Senato, infine, costituisce apposita commissione nelle
persone di tutti i Presidi di Facoltà e del Prof. E. Giardina, con l’incarico
di avviare, sulla base del documento della CRUI, uno studio sulle esigenze
delle singole Facoltà, al fine di individuare possibili meccanismi di utilizzo, in futuro, delle risorse disponibili, senza
escludere eventuali meccanismi di solidarietà.
Il
Preside Prof. A. Pioletti auspica che lo spirito di solidarietà emerso
nel corso del dibattito odierno caratterizzi tutte le decisioni che in futuro dovrà adottare il Senato, soprattutto quando si dovranno
assumere decisioni che riguarderanno quelle Facoltà che stanno attraversando un
particolare momento di transizione e quindi sperimentano difficoltà non
trascurabili.
Il Preside Prof. V. Sciacca, anche se il il documento votato dalla Facoltà di Scienze Politiche ha richiesto la revisione dei criteri e, considerato che il Senato Accademico ha ritenuto di dovere confermare, almeno per questa occasione, quelli già elaborati nella seduta del marzo scorso, dichiara che ha votato a favore, considerata l’esigenza già rilevata di pervenire ad una decisione unanime