SENATO ACCADEMICO DEL 14.2.2000

 

 

31) Distribuzione risorse per valutazioni comparative.

 

Delibera n. 99 - 1999-2000

 

            Il Rettore ricorda che il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione, rispettivamente nelle sedute del 5.3.1999 e 12.3.1999, hanno approvato i criteri per la distribuzione delle risorse spendibili dall’Ateneo il cui ammontare era stato definito conformemente alle norme di responsabilità contabili circa l’effettiva copertura degli impegni finanziari da assumere.

            L’ammontare limitato delle risorse rispetto alla maggior parte delle altre Università era la conseguenza, principalmente, del ritardo degli inquadramenti ex-legge per il personale tecnico-amministrativo maturato al 31.12.1993 che ha, quindi, inevitabilmente comportato l’imposizione a carico del bilancio dell’Università di un onere considerevole che invece altri Atenei avevano avuto finanziato direttamente dal Ministero e quindi consolidato nel Fondo di Finanziamento Ordinario (F.F.O.). A ciò si aggiunga che, in conseguenza dell’interpretazione restrittiva del Ministero del Tesoro sulla riconoscibilità agli Atenei degli automatismi stipendiali, l’Università di Catania, il cui personale docente nelle diverse fasce presenta un’età media superiore alla media nazionale, ha subito un ulteriore svantaggio comparativo rispetto alle altre Università.

            In relazione ai vincoli di bilancio, prima richiamati, il Rettore fa rilevare che, successivamente, grazie ai risultati positivi conseguiti dall’Ateneo sulla “quota di riequilibrio” 1999 (pari a circa lire 1.437 milioni), anche in conseguenza della fermezza manifestata nei rapporti con il Ministero ed a seguito dell’accettazione da parte di quest’ultimo dell’esplicita considerazione del criterio di riequilibrio Nord-Sud (lire 2.250 milioni), sostenuto anche con le proprie dimissioni, sono disponibili per l’Università di Catania risorse aggiuntive complessivamente quantificabili in circa lire 3.700 milioni, alle quali vanno aggiunte le risorse pervenute dal Ministero in ragione della differenza sugli aumenti stipendiali dei docenti (circa lire 240 milioni), nonché lire 550 milioni circa provenienti dal riequilibrio interno, assommando il tutto a circa lire 4.600 milioni.

            Nel contempo, le recenti innovazioni legislative (legge 370/99), ridefinendo le modalità di calcolo del “tetto” delle spese fisse rispetto al F.F.O., consentono di poter utilizzare le risorse derivanti dalle cessazioni impreviste, definite dagli Uffici, pari a lire 2.408 milioni.

            Sempre in considerazione del mutato quadro normativo, sarebbe possibile utilizzare le risorse, consolidate nel budget di ciascuna struttura decentrata per supplenze (lire 2.000 milioni), rimanendo alla loro valutazione l’opportunità di avvalersi o meno ed in che misura di questa possibilità.

            Le nuove risorse disponibili da ripartire vengono sinteticamente riportate nell’allegata tabella A.

            Venendo alla definizione dei criteri di ripartizione delle risorse prima definiti, anche in considerazione dei risultati conseguiti nel primo anno di applicazione della nuova normativa, i principi generali ai quali si ritiene di doversi ispirare per la ripartizione delle nuove risorse disponibili, in linea con le decisioni precedentemente assunte, sono:

I) il soddisfacimento della domanda didattica in coerenza con le specificità delle diverse Facoltà, così come riconosciute a livello nazionale, tenendo conto della pluralità dell’offerta formativa;

II) l’applicazione di un principio di solidarietà tra le Facoltà che possano ottenere risorse consolidate in ragione di convenzioni con Enti esterni;

III) l’applicazione di un principio di gradualità nel perseguimento del riequilibrio;

IV) il riconoscimento della qualità didattica e scientifica dei Docenti dell’Ateneo, così come testimoniato dai risultati concorsuali. A tal proposito il Rettore informa il Senato dei successi conseguiti dai Docenti dell’Università di Catania nelle selezioni per merito comparativo tenute presso gli altri Atenei.

Questa novità comporta di destinare risorse specificatamente alla chiamata di tali Docenti per premiarne il merito e per assicurarsi di non depauperare il proprio corpo docente. Questo obiettivo va perseguito nell’ambito della programmazione didattica di ogni struttura decentrata, anche in relazione a successivi risultati e tenendo conto della compatibilità con il quadro finanziario esistente.

 

            Il Rettore, pertanto, invita il Senato ad esprimere in merito a quanto esposto le proprie determinazioni.

 

            Sull’argomento si apre il dibattito.

 

            Interviene il Prof. M. Lattuada il quale ricorda che il criterio predominante utilizzato per la ripartizione delle spendibilità nella seduta del Senato del 5.3.1999 si basava sullo scostamento del rapporto studenti/docenti rispetto al dato nazionale. Ritiene che questo criterio non possa essere abbandonato anche se occorre che venga mediato con altri eventuali criteri.

 

            Il Rettore precisa, a tal proposito, che i dati sono stati aggiornati, in seguito all’attivazione dei nuovi Corsi di Laurea, sulla base dei dati MURST dell’anno accademico 1998-99. Il criterio adottato lo stesso anno è stato utilizzato in prossimità della scadenza per la presentazione dei bandi, anche se personalmente sarebbe stato disposto a rinunciare alla prima tornata dei bandi, in coerenza con la posizione dell’Università di Messina, per avere la possibilità di valutare in modo più approfondito i criteri più opportuni da adottare.

 

            Il Preside Prof. V. Sciacca comunica che il Consiglio della Facoltà di Scienze Politiche ha contestato i criteri utilizzati nella distribuzione delle risorse deliberati da questo Senato nella seduta del 5.3.1999 perché non ritenuti adatti al raggiungimento degli obiettivi che si intendeva perseguire con la loro adozione. Riferisce inoltre che la Facoltà ha recentemente votato un documento in cui si chiede con forza di rivedere i criteri deliberati durante la su citata adunanza.

 

            Interviene il Preside Prof. F. Latteri il quale riferisce che: “il documento sottoposto all’approvazione del Senato Accademico per la ripartizione del F.F.O. per l’anno 2000, si caratterizza per una sostanziale riproduzione degli schemi di ragionamento e dei criteri già inseriti nella delibera del 5 marzo 1999.

Se quella delibera poteva ancora trovare una presunta giustificazione nella novità del sistema, dopo un anno di sperimentazione e l’espletamento di due tornate concorsuali, non si può fare a meno di prendere atto della insufficienza del metodo proposto o dei rischi di “squilibrio”, invece che di riequilibrio, ai quali espone l’intero sistema universitario catanese e, soprattutto, le Facoltà che più si impegnano in uno sforzo di riqualificazione della didattica e della ricerca applicata.

I criteri adottati appaiono riduttivi ed insufficienti. Con la conseguenza che l’esperienza delle prime tornate concorsuali ha dimostrato che non si è potuto registrare alcun ampliamento del Corpo Docente, neppure nelle Facoltà che hanno avuto la possibilità di bandire concorsi per disponibilità di risorse, in quanto, come era prevedibile, e come dovrebbe essere chiaro a chiunque voglia dare una lettura non esclusivamente formalistica della normativa, sulla base del vigente sistema concorsuale.

Non sembra esserci alcun dubbio sul fatto che la vigente legislazione ha introdotto, in via esplicita, meccanismi di selezione fondati, più di quanto non sia stato nel recente passato, non solo sulla cooptazione della comunità scientifica nazionale, ma anche e significativamente sulla cooptazione della comunità accademica locale. Coerentemente, l’esito concorsuale delle procedure espletate ha dato l’esito previsto: nella stragrande maggioranza dei casi, forse in tutti i casi, sono risultati vincitori delle procedure comparative eccellenti studiosi già componenti del Corpo Docente di ciascuna Facoltà proponente il concorso.

Il risultato si può dunque sintetizzare in una verifica della qualità degli studiosi di Facoltà e in un accertamento dei risultati conseguiti sul piano della ricerca. Non si può dire, invece, che sia stato possibile ampliare il numero dei Docenti.

D’altra parte, che nella riforma realizzata dalla l. 210/98 coesistesse, con l’obiettivo della definizione del regime stabile di reclutamento, un obiettivo transitorio di agevolazione ed accelerazione delle procedure di valutazione della maturità scientifica di Docenti che da numerosi anni non potevano sottoporsi a verifica a causa del cattivo funzionamento delle tornate concorsuali risulta in maniera esplicita ed evidente dalla disciplina transitoria che consente la formazione di terne di idonei nelle prime tornate di procedure comparative. Il senso di tale norma altro non può essere se non quello di dare un chiaro segnale agli Organi Accademici nel senso di agevolare, nella prima fase, le procedure rivolte alla verifica della qualità conseguita negli ultimi anni. (Su questo argomento, peraltro, è auspicabile che si proceda, una volta per tutte, alla definizione di un chiaro sistema di sviluppo delle carriere, fondato sull’unicità della funzione docente e sulla previsione di una progressione per accertamenti periodici).

Rispetto a tale quadro normativo ed al senso chiaro dell’indirizzo politico universitario espresso della legislazione, l’Università di Catania ha dovuto subire un processo di decelerazione delle procedure di accertamento della qualità dei propri studiosi in conseguenza di una lettura formalistica e restrittiva della legislazione finanziaria.

Con l’esasperata preoccupazione di raggiungere presunti obiettivi di merito nel contenimento della spesa per retribuzioni sotto il tetto previsto dalla normativa finanziaria emanata nel 1998, si è limitato oltre ogni ragionevole misura il numero dei posti bandibili.

L’esito finale dell’operazione può così essere riassunto:

a) l’Università di Catania, autolimitandosi sulla base di una interpretazione della norma finanziaria priva di ogni capacità di articolazione degli altri strumenti istituzionali di finanziamento, ha perso incidenza sul piano accademico nazionale, subendo una ingiustificata riduzione delle possibilità di accertamento delle qualità dei propri studiosi e quindi una riduzione del peso relativo delle proprie “scuole” in ambito nazionale;

b) l’Università di Catania, dando una lettura limitativa dei possibili criteri di impegno delle risorse per il finanziamento delle procedure comparative, ha vanificato la norma sul regime transitorio, almeno per il suo primo anno di applicazione, impedendo a molti studiosi di conseguire i riconoscimenti ai quali hanno diritto;

c) l’Università di Catania, dopo il primo anno di sperimentazione della nuova disciplina concorsuale e del nuovo regime finanziario, si ritrova con un rapporto docenti/studenti sostanzialmente immutato, avendo quindi vanificato il criterio conclamato con la delibera del 5 marzo 1999 e correndo ancora una volta il serio rischio di presentarsi perdente sul piano della ripartizione nazionale delle risorse;

d) l’Università di Catania, grazie al contingentamento delle risorse fra le Facoltà ed alla mancanza di un fondo di Ateneo si trova, in alcuni casi, a dovere ritardare o a dover rinunciare alla chiamata di valorosi Colleghi che hanno conseguito risultati positivi in valutazioni comparative presso altri Atenei, correndo, in tal modo, il rischio di perdere docenza anche sul piano numerico;

e) l’Università di Catania, in conseguenza della politica restrittiva, infine, ha acuito la tensione tra le aspettative di promozione e le aspettative di accesso ed ha limitato se non escluso ogni possibilità di reclutamento di nuovi Docenti (ordinari, associati, ricercatori), con grave sacrificio di intere generazioni di studiosi che sono ormai rivolte ad altre scelte professionali.

Rispetto a tali vistosi limiti di gestione delle risorse e di capacità di conseguimento dell’obiettivo strategico di potenziare la Docenza dell’Ateneo, non si può fare a meno, in primo luogo, di registrare la forte crisi di motivazione che mette in difficoltà per la mancanza di prospettive sia i più giovani e promettenti studiosi, sia i Docenti più anziani e responsabili dello sviluppo dei progetti di ampliamento della ricerca e della didattica.

Un mondo universitario che non offre neppure la possibilità teorica della competizione e del confronto, dello stimolo alla promozione ed alla verifica, si espone al grave rischio della sclerosi e della ripetitività, della concorrenza di altre Sedi e di altre Istituzioni.

L’occasione della programmazione della destinazione del F.F.O. 2000 non può essere sprecata riproponendo soluzioni che hanno già ampiamente dimostrato di essere portatrici di dolorose penalizzazioni per l’Ateneo. Non solo è necessario che il programma sia suffragato da una chiara valutazione delle risorse disponibili, ma è essenziale che si sviluppi una valutazione realistica del rapporto con il limite imposto dalla attuale normativa finanziaria, nonché dei margini di autonomia consentiti sia dalla disponibilità di risorse finanziarie alternative, sia dal legittimo uso dei poteri di autorganizzazione di ciascuna Facoltà, sia dalla responsabilizzazione di ciascuna Facoltà rispetto all’uso ed alla programmazione delle risorse essenziali per il futuro funzionamento.

E’ necessario esprimere il massimo di managerialità e di capacità di utilizzazione di tutti gli strumenti istituzionali che la normativa finanziaria universitaria rende disponibili per garantire che questo ultimo anno di regime concorsuale transitorio possa recuperare i danni della prima applicazione.

Nessuno può dimenticare, o fingere di dimenticare dietro fumosi criteri finanziari, che la spesa per la qualità del personale, in una istituzione di alta ricerca, è un investimento strategico e non, come qualcuno sostiene, pura spesa corrente che deve essere contenuta.

L’incremento della capacità di spesa per la didattica e per la ricerca, a partire dalla spesa per il sostegno della funzione docente, è il primo obiettivo strategico di una Università, come dimostrano i risultati di quasi tutte le Università italiane.”.

 

            Il Rettore ritiene che affermazioni estremamente generiche, in contrasto con dati quantitativi più volte pubblicizzati e la mancanza di puntuali proposte impediscono ulteriore approfondimento.

 

            Il Preside Prof. R. Pucci, ricordando in prima istanza le difficoltà che le strutture sono costrette ad affrontare per le scarse risorse economiche di cui dispongono e per la mancanza di parametri di riferimento stabili, concorda con le affermazioni del Rettore e si associa a quanto già esposto dai Colleghi. Ritiene che il criterio adottato lo scorso anno debba essere opportunamente corretto. Condivide, inoltre, la posizione assunta dai Colleghi in merito alla chiamata di idonei dei concorsi presso altri Atenei appartenenti alla nostra Università. Suggerisce, inoltre, che le Facoltà possano attingere, in parte (15%), anche dal fondo di funzionamento, per poter arrotondare le cifre necessarie per la chiamata di concorsi. Propone infine di pesare opportunamente le risorse esterne che hanno ricevuto alcune Facoltà e di tenere conto del numero degli insegnamenti attivati nelle Facoltà per l’applicazione del criterio relativo all’offerta formativa.

 

            Il Prof. F. Sorrentino, dopo aver preso atto che gli esiti delle valutazioni comparative, sia in campo nazionale che in campo locale, nella quasi totalità dei casi, più che colmare le “carenze” hanno privilegiato le giuste aspettative di sviluppo di carriera di tanti docenti, ritiene che, nell’assegnazione dei fondi alle Facoltà per bandire nuovi ruoli, oltre al criterio delle “carenze” si debba tener conto di altri criteri, quali ad esempio la varietà e quantità di offerta didattica ed il numero di docenti in attesa di sviluppo di carriera. Fa notare che l’unico modo per colmare le carenze è quello di bandire ruoli di Ricercatori.

 

            Il Prof. G. La Via sottolinea che le spendibilità, attribuite nel marzo del 1999 alle singole Facoltà, sono state sostanzialmente utilizzate dalle stesse per bandire posti destinati a docenti interni dell’Ateneo. In tal modo non solo non si è perseguito quel riequilibrio interno che era stato alla base della distribuzione delle spendibilità, ma si è creata una differente opportunità di avanzamento di carriera per i docenti operanti nelle diverse strutture dell’Ateneo. Sulla base di quanto sopra, il Prof. La Via richiede al Senato di voler considerare tale differente opportunità offerta ai Colleghi operanti nelle varie Facoltà nel corso della presente distribuzione di risorse. Con riferimento invece ai criteri proposti per la distribuzione delle risorse fresche propone al Senato di utilizzare gli scostamenti in valore relativo e non assoluto rispetto alle medie nazionali, in modo tale da tendere verso livelli analoghi di scostamento rispetto ai valori medi.

 

            Il Prof. U. Cantone evidenzia alcune imperfezioni nei dati distribuiti che provocano una situazione di svantaggio per la Facoltà di Architettura dell’Università di Catania, che, a suo parere, è determinata dal fatto che la Facoltà è di più recente istituzione rispetto a quelle già attivate negli altri Atenei.

 

            Il Dott. C. Rinzivillo ribadisce le osservazioni già fatte in occasione della distribuzione delle spendibilità durante la seduta del 5.3.1999 e ritiene opportuno inoltre che vengano garantite le progressioni di carriera per tutte le fasce e per i tecnici laureati.

 

            Il Rettore afferma che il vincolo del 90%, quale “tetto” di spesa per personale, imposto dalla scorsa “legge finanziaria”, non è stato l’ostacolo che ha determinato una parziale distribuzione delle risorse, bensì le risorse non sono state distribuite per mancanza di disponibilità finanziaria.

 

            Il Prof. S. Fisichella ritiene che la chiamata degli idonei non possa prescindere da una programmazione e da una puntuale valutazione delle singole Facoltà.

 

            Il Prof. E. Giardina, il quale nella qualità di decano della Facoltà di Economia sostituisce il Preside, Prof. B. Matarazzo, impossibilitato a partecipare alla riunione del Senato, dichiara che, a seguito delle riforme dell’Università disposte dagli inizi degli anni ‘90, ed in particolare di quella riguardante i sistemi di finanziamento, la domanda di formazione ha costituito e costituirà sempre più fattore essenziale per le politiche degli Atenei. Questa è la ragione per la quale l’anno scorso si è dato rilievo al rapporto studenti/docenti nella programmazione delle risorse per i concorsi, e si è proceduto con criteri di riequilibrio. Nell’occasione tra l’altro si è considerato un orizzonte di tre anni per la determinazione delle economie stipendiali. I vuoti nell’organico dei docenti non previsti a quella data è opportuno che vengano ora considerati per i nuovi concorsi, riassegnando le risorse alle Facoltà di appartenenza, perché il riequilibrio deve mantenere il carattere di gradualità, e non va accelerato dagli eventi imprevisti. A suo parere è inesatta l’affermazione che il risultato della programmazione dell’anno scorso è stato quello della progressione in carriera dei docenti, e non quello dell’allargamento dell’organico, perché il consuntivo va fatto alla fine del periodo triennale, e non ora. E d’altra parte la progressione in carriera è un obbiettivo da tutelare, se non si vuole scoraggiare l’impegno dei giovani Ricercatori. Ricorda che comunque l’anno scorso, all’atto delle richieste di bando da parte delle Facoltà, il Senato ha svolto caso per caso una puntuale e accurata valutazione delle carenze di organico esistenti che i nuovi concorsi miravano a colmare. Ricorda, infine, a proposito dei concorsi di Ricercatore, che il Senato non ha stabilito alcun divieto, ma ha solo espresso un indirizzo con riferimento alle politiche nazionali che hanno privilegiato forme alternative di reclutamento con finanziamenti appositi.

 

            Il Preside Prof. V. Zappalà condivide le esigenze che sono emerse nel corso del dibattito, anche se ritiene che il problema fondamentale è la mancanza di disponibilità di risorse per poterle realizzare. A questa difficoltà si aggiunge l’impossibilità, allo stato attuale, di poter conoscere i criteri adottati dal Ministro nell’attribuzione delle risorse. Esiste altresì l’esigenza prioritaria di stabilire, con largo anticipo, un criterio generale in base al quale le Facoltà possano ottenere risorse, al fine di consentire loro una adeguata programmazione. Ritiene opportuno che vengano apportati i necessari correttivi al parametro utilizzato lo scorso anno, per sanare gli effetti indesiderati che ha prodotto; tuttavia non è possibile prescindere dall’adozione di un criterio generale stabilito preventivamente alla ripartizione delle risorse.

 

            Il Rettore ricorda che il MURST ha ripartito le risorse del riequilibrio sulla base degli studenti equivalenti pesati secondo modalità diverse, nei vari anni.

 

            Il Preside Prof. G. Ronsisvalle condivide il criterio distributivo adottato lo scorso anno ed è certo che la possibilità di assumere oggi decisioni sulla distribuzione di nuove risorse è resa possibile anche grazie alla decisione assunta nella seduta del 5.3.1999. Ritiene che sia opportuno trattare il problema del reclutamento di nuovi Ricercatori tenendo anche conto delle aspettative dei tecnici-laureati. In merito alla chiamata dei “ternati” idonei afferma che non si può prescindere dalla programmazione delle singole Facoltà. Sottolinea l’esigenza imprescindibile di creare le condizioni per una programmazione a medio-termine, riservando a tale scopo una parte delle risorse distribuite.

 

            Il Preside Prof. A. Pioletti concorda con gli interventi precedenti dei Colleghi che sostenevano l’esigenza della creazione di un equilibrio tra i criteri da adottare per la distribuzione delle nuove risorse disponibili.

 

            Il Prof. G. Gennaro afferma che il criterio distributivo che tiene conto del rapporto studenti/docenti deve essere necessariamente corretto in quanto attualmente non tiene conto dell’offerta didattica, producendo forme di penalizzazione di quelle Facoltà che si discostano dagli orientamenti adottati dal Senato.

 

            Il Preside Prof. R. Soraci ritiene che il criterio distributivo, adottato dal Senato nella deliberazione del 5.3.1999, sia il più equilibrato, anche se è del parere che possano essere apportati correttivi minimi che non lo alterino sostanzialmente. Sostiene inoltre che ciascuna Facoltà, in base alla sua libertà di programmazione, è chiamata a precisare le proprie necessità didattiche.

 

            Il Preside Prof. A. Recca sostiene che, oltre alle affermazioni di principio, sia opportuno indicare una deliberazione ampiamente condivisa dai componenti il Senato Accademico. E’ d’accordo sull’opportunità di trovare un equilibrio tra il criterio del rapporto studenti/docenti, adottato lo scorso anno, e quello della considerazione dei risparmi stipendiali e dell’offerta formativa di ogni Facoltà. In merito all’intervento del Preside di Medicina, Prof. F. Latteri, chiede espressamente al Direttore Amministrativo se sia possibile utilizzare tutte le risorse stipendiali accumulatisi nel corso degli anni al fine di bandire concorsi per nuovi posti.

 

            Il Direttore Amministrativo, Dott. E. Gilotta, riferisce che il Ministero esige che venga garantita la copertura finanziaria certa e vincolata affinché si possa procedere al bando di nuovi posti di ruolo. I risparmi stipendiali che nei fatti oggi sono disponibili non consentono di assicurare interamente la copertura finanziaria certa per nuovi posti, in quanto dette risorse saranno in parte assorbite dalle ricostruzioni di carriera e dagli aumenti stipendiali per i docenti in servizio.

 

            Il Dott. C. Rinzivillo propone al Senato di sollecitare le Facoltà a considerare prioritariamente le esigenze dei tecnici-laureati quando dovranno bandire nuovi posti per Ricercatori, anche per evitare ricorsi che, come accaduto in altre sedi, possono ottenere l’inibizione per concorsi liberi per Ricercatori.

 

            Con riferimento alla possibile applicazione da parte delle Facoltà della delibera che il Senato Accademico si appresta ad assumere, il Preside Prof. A. Recca, su richiesta del Preside della Facoltà di Agraria, Prof. G. Perrotta, illustra a titolo esemplificativo quanto segue. La Facoltà di Agraria per la chiamata dei docenti potrà disporre: a) della spendibilità già attribuita lo scorso anno detratto l’impegno di spesa già assunto per la chiamata del vincitore dell’unico posto bandito (lire 150.000.000 - circa lire 40.000.000 = circa lire 110.000.000); b) delle risorse che verranno assegnate dal Senato in data odierna (circa lire 239.000.000); c) della disponibilità relativa alle supplenze (anno 1996: circa lire 379.000.000); sino al 15% del fondo di funzionamento; d) delle risorse per cessazioni non prevedibili.

 

            Il meccanismo esemplificato dal Preside Prof. A. Recca, ritenuto chiarificatore dal Senato, potrà costituire valido riferimento per ciascuna Facoltà nell’adozione delle rispettive delibere.

 

            Al termine del dibattito, il Senato unanime delibera di:

 

-     destinare 400 milioni delle nuove risorse disponibili, per la copertura al 50% delle somme necessarie alla chiamata di docenti inserite nelle terne di valutazione comparativa presso altri Atenei, rimanendo a carico delle Facoltà interessate la rimanente quota del 50% da prelevare, in misura pari al 15%, eventualmente anche dal fondo di funzionamento, in una logica di programmazione da parte delle Facoltà;

-     di ripartire la restante disponibilità secondo i seguenti criteri di ripartizione:

1.   attribuire una quota di risorse, pari alla copertura finanziaria di un posto di professore di I fascia (lire 150 milioni) a ciascuna delle 12 Facoltà;

2.   ripartire la rimanente somma per il 70% sulla base del rapporto studenti/docenti per Facoltà (dati MURST per il 1998-1999 in riferimento alla media nazionale) e per il 30% proporzionalmente alle economie stipendiali maturate a fine 1999 per ciascuna struttura.

 

            Il Senato, altresì, in funzione dei richiamati principi di solidarietà e gradualità, ritiene di dover costituire apposito fondo, sottraendo un ammontare pari al 30% delle risorse distribuite secondo il criterio sub 2, sopra illustrato, a quelle Facoltà che possono contare su risorse certe e consolidate in ragione di convenzioni con enti esterni o potrebbero avere un notevole sviluppo rispetto ad una programmazione realistica e precisamente le Facoltà di Ingegneria, Lingue e Letterature straniere, e Scienze della Formazione. Detto fondo ammontante a circa 462 milioni, viene ripartito, tra le altre Facoltà, per il 70% in parti uguali e per il 30% in ragione dell’offerta formativa (numero dei Corsi di studio secondo il rapporto studenti/docenti).

In ragione dei predetti criteri di ripartizione delle risorse aggiuntive, le somme attribuite alle singole Facoltà vengono riportate nell’ allegata tabella B.

 

            Ciascuna struttura potrà, altresì, disporre per quest’anno delle somme derivanti dalle cessazioni non previste nella programmazione triennale del marzo 1999, in coerenza con il principio di gradualità sopra richiamato e riassunte nell’allegata tabella C.

Le motivazioni di richiesta dei posti saranno opportunamente vagliate dal Senato Accademico.

 

            Il Senato, inoltre, conferisce apposito mandato al Rettore perché verifichi con l’Ufficio competente la possibilità di costituire un apposito fondo di rotazione cui le Facoltà possano attingere per far fronte a specifiche esigenze di carattere eccezionale.

 

            Il Senato, infine, costituisce apposita commissione nelle persone di tutti i Presidi di Facoltà e del Prof. E. Giardina, con l’incarico di avviare, sulla base del documento della CRUI, uno studio sulle esigenze delle singole Facoltà, al fine di individuare possibili meccanismi di utilizzo, in futuro, delle risorse disponibili, senza escludere eventuali meccanismi di solidarietà.

 

            Il Preside Prof. A. Pioletti auspica che lo spirito di solidarietà emerso nel corso del dibattito odierno caratterizzi tutte le decisioni che in futuro dovrà adottare il Senato, soprattutto quando si dovranno assumere decisioni che riguarderanno quelle Facoltà che stanno attraversando un particolare momento di transizione e quindi sperimentano difficoltà non trascurabili.

 

            Il Preside Prof. V. Sciacca, anche se il il documento votato dalla Facoltà di Scienze Politiche ha richiesto la revisione dei criteri e, considerato che il Senato Accademico ha ritenuto di dovere confermare, almeno per questa occasione, quelli già elaborati nella seduta del marzo scorso, dichiara che ha votato a favore, considerata l’esigenza già rilevata di pervenire ad una decisione unanime